10° Stazione:
Gesù incontra le donne di Gerusalemme
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 23,27-31)
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: "Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato". Allora cominceranno a dire ai monti: "Cadete su di noi!", e alle colline: "Copriteci!". Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?".
Meditazione
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Una gran folla di popolo segue Gesù: la stessa che poche ore prima urlava Crocifiggilo e libera Barabba, adesso lo segue; anche delle donne seguono il macabro corteo, battendosi il petto e gemendo su di Lui. Non si lasciano intimorire dalle guardie o dai capi dei giudei, né si scandalizzano delle piaghe di Gesù, provano invece compassione per quest’uomo, figlio di un’altra donna, e sentono nella loro carne tutto lo strazio della lacerazione e della perdita. A queste madri, Gesù, malgrado il dolore e la sofferenza che sta provando, rivolge uno sguardo e una parola per chiedere un cambio di prospettiva. Queste donne vedono nella croce una maledizione. Il Signore vi vede redenzione, la remissione dei peccati e la consolazione per gli oppressi. Non devono piangere su di Lui, ma i loro occhi devono essere aperti per cogliere ed annunciare nel travaglio dell’ora, la vita nuova della Pasqua.